Reigi: etichetta e regole

Reigi è l’etichetta, le regole di cortesia nell’Aikido, da:

Rei che significa saluto (salutare) in un contesto di amabilità, cortesia, rispetto, sincerità e gratitudine;
Gi che significa ordine, modello da seguire riguardo alle norme da osservare nelle relazioni umane in accordo alla categoria o posto che ognuno occupa.

La pratica dell’Aikido va sempre preceduta da alcune, semplici, norme di etichetta e cortesia come espressione del rispetto che il praticante manifesta verso il luogo dove pratica, verso il maestro, i compagni, le armi, ecc.

Questa etichetta è propria del budo ed ha le sue radici in una società feudale (rispetto per la gerarchia, lealtà, fedeltà, rettitudine, coraggio, sincerità, ecc.) e nei valori della morale confuciana e taoista; oggi, questa eredità, si traduce in alcune espressioni di rispetto, pace, gratitudine, collaborazione e progresso mutuo, perfettamente validi nella nostra società.

Inoltre, il fatto di concentrarsi durante un momento per salutare, prepara la mente e l’attitudine dell’aikidoka per passare dal mondo ordinario all’ambito del budo nel quale dovrà essere allerta e pronto in ogni istante (l’etichetta è anche un importante fattore di sicurezza).

Il saluto rispettoso e sincero predispone a non lasciarsi influenzare dalla vanità o dall’orgoglio, né dalla paura o dall’indecisione, e crea un ambiente ottimo per allenarsi con serietà.

Rispetto del dojo

  • Entrando ed uscendo dal tatami si saluta verso il posto d’onore (kamiza, shinzen o shomen) dove normalmente c’è il ritratto del Fondatore;
  • durante l’allenamento si parlerà a bassa voce ed il meno possibile;
  • sul tatami non si portano né cibi né bevande (men che meno la gomma americana!).

Rispetto della propria attrezzatura

  • L’aikidoka indosserà il suo keikogi e la sua hakama sempre puliti, evitando di mettersi calzini colorati o magliette sotto la giacca (che è permessa, solo alle donne);
  • si toglierà anelli, braccialetti, catenine, ecc.;
  • si taglierà le unghie delle mani e dei piedi molto corte;
  • si laverà i piedi prima di salire sul tatami;
  • calzerà zoori o ciabatte per andare dallo spogliatoio al tatami e viceversa.

Rispetto per i praticanti

  • Ci si rivolgerà a tutti i praticanti con un atteggiamento cortese, amabile e generoso;
  • prima di iniziare l’allenamento con il partner, uke e tori si salutano e lo stesso fanno al termine della pratica congiunta;
  • non si deve opporre la forza per impedire al compagno l’esecuzione della tecnica;
  • nessuno deve passare in mezzo a due compagni che stanno praticando;
  • se si riceve un colpo, un pestone o un urto involontario, causato da un altro praticante, non si insulta né si urla e il causante deve chiedere scusa;
  • durante la dimostrazione o spiegazione del maestro gli allievi staranno in seiza allineati parallelamente al bordo del lato chiamato shimoza;
  • durante l’allenamento bisogna essere attivi e disciplinati, praticando ciò che ha proposto il maestro, non un’altra cosa;
  • dopo la spiegazione di una tecnica, conviene cambiare partner, invitando chi è più vicino e senza discriminazioni;
  • non si mastica la gomma durante la pratica né si scende dal tatami per bere o per parlare con qualche spettatore.

Rispetto per il maestro

  • Si saluta il maestro in ritsurei quando ci si rivolge a lui per un quesito ed al termine della sua risposta;
  • se il maestro fa una correzione individuale, affinché sia proficua, bisogna accettarla con interesse ed umiltà, lo si saluta alla fine della stessa;
  • se si arriva tardi a lezione, si aspetta a bordo tatami fino a che il maestro indica che si può salire, entrando si saluta verso la kamiza;
  • se si deve lasciare la lezione prima della fine, lo si chiede al maestro e lo si saluta;
  • all’inizio della lezione il maestro e gli allievi salutano il Fondatore e dopo si salutano fra loro;
  • al termine della lezione ripetono lo stesso saluto, sempre in zarei.

[nda: la fonte principale è Jose Santos Nalda (enciclopedia del aikido –vol. III aprender a enseñar) integrata per tenere conto di alcune piccole differenze negli usi di ogni dojo]